Nel 1976, G. Lorenzo Bernini, all’età di 82 anni, realizzò la sua ultima e splendida opera: il “Salvator mundi”, ispirata a Gesù, suo soggetto preferito.
Un realistico effetto di raso nel manto sulle spalle; la sinuosità dei capelli che ricadono dalla testa leggermente reclinata; il busto marmoreo realizzato a dimensioni più grandi del naturale; l’inconfondibile maestria del movimento della mano benedicente, suggeriscono solo parzialmente la fase conclusiva della parabola del genio rinascimentale. Nel 1973 il figlio del grande artista lasciò scritto: “in essa compendiò e restrinse tutta la sua arte”.
L’opera era destinata a Cristina di Svezia che non la accettò perchè non poteva contraccambiare con nulla che potesse eguagliare tale bellezza e valore. Quando il Bernini morì nel1680, il Salvator mundi andò comunque in eredità alla sovrana svedese e alla morte della regina andò alla famiglia Odescalchi (papa Innocenzo XI) con cui aveva rapporti di amicizia.
Il celebre busto è conservato nella basilica di San Sebastiano fuori le mura a Roma (via Appia antica) ma uno studioso del Bernini non reputa la scultura opera del maestro rinascimentale.
(fonte: descrizione nella chiesa a latere dell’opera)