Questo piccolo gioiello dell’architettura proto-romanica, si inseriva in una porzione di suburbio caratterizzato, già in età romana, da sepolcri e ville che dovevano gravitare intorno ai due assi viari Cassia- Claudia- Flaminia e via Trionfale.
La creazione della basilica vaticana mutò radicalmente la natura stessa del territorio circostante: gli itinerari e la cartografia medievale ci descrivono qui la nascita di un borgo, dotato di ospedale e locanda che diventò una tappa obbligata per i pellegrini che avevano percorso la via Francigena diretti a San Pietro, i quali, lasciata la Cassia e presa la via Trionfale scendevano da Monte Mario. Si sarebbero fermati per un’ultima sosta a borgo San Lazzaro per poi seguire la via Trionfale verso la porta Angelica e arrivare quindi alla Basilica Vaticana.
La chiesa presenta la tipica forma a doppio spiovente e vi si accede da un portale architravato sovrastato da due monofore, da un oculo e da un campanile a vela. Sopra il portale lo stemma del capitolo di San Pietro e a destra e la doppia croce del Santo Spirito.
L’interno è a tre navate con sei colonne di spoglio per parte sormontate da sottili capitelli a stampella; la copertura è a capriate a vista e termina con tre absidi rettangolari. Il settecentesco altare maggiore è sovrastato da un Cristo crocifisso. Le cappelle absidali hanno le volte e le pareti decorate da stucchi settecenteschi e sono dedicate a San Lazzaro e a San Biagio, santo medico. A sinistra dell’ingresso la cappella ospitante la Pala dedicata alla Maddalena nel 1528.
La fondazione della Chiesa inizialmente intitolata a Maria Maddalena, sorella del resuscitato Lazzaro e protettrice dei lebbrosi in Francia, risalirebbe al 1187 e sarebbe legata ad un medico francese che, giunto in pellegrinaggio a Roma, fu colpito dalla lebbra. Miracolosamente guarito, avrebbe iniziato a raccogliere elemosine per avviare la costruzione di una cappella con annesso Hospitium, nel suo antico significato di luogo di accoglienza per i malati e i bisognosi.
Nessun elemento storico supporta oggi tali tradizioni che legherebbe, già nel XII secolo, la chiesa al lebbrosario che in seguito le sorgerà accanto; la prima menzione sicura della Chiesa risale all’Ordo Romanus di Gregorio X (1271- 1276) contenuto nel catalogo di Parigi. Nel documento non si parla di una chiesa bensì di una cappella intitolata a S.Maria Maddalena alle radici di Monte Mario.
E’ il Libro Censuum che, in un documento datato al 5 maggio 1278, ci parla non più di una cappella ma già di una chiesa intitolata alla Santa. Nel 1340 la chiesa risulta ancora dedicata alla Maddalena ma per la prima volta viene menzionato un “hospitale” anch’esso intitolato alla santa. Nel 1480 il cambio di intitolatura a favore di san Lazzaro è legato, con ogni probabilità alla trasformazione in lazzaretto, il più antico d’Europa, dell’ adiacente ospedale che sopravvisse fino al 1937 quando crollò a seguito di un violento temporale.
La pianta dell’ospedale è conosciuta da un documento della biblioteca vaticana: si presenta laterale al fianco destro della Chiesa che forse ne era diventata una cappella interna, disposto su due piani è articolato su un cortile interno. Il binomio chiesa- ospedale portò alla nascita del borgo dove si viveva e si seppelliva e dove sorse una locanda, a sinistra della Chiesa, frequentata dai pellegrini; da questo momento in poi la chiesa è ufficialmente nota come San Lazzaro dei lebbrosi a Monte Mario e tale rimarrà fino ad oggi. Danneggiata durante il sacco di Roma nel 1527, venne restaurata a proprie spese dal francese Domenico Garrison nel 1536, particolarmente devoto al Santo e il cui nome compare su un’elegante tabernacolo a destra dell’altare maggiore.
Nella seconda metà del sedicesimo secolo fu eretta parrocchia filiale della basilica di San Pietro e nel 1598 divenne la chiesa della Congregazione dei Vignaioli che abitavano nel borgo circostante. In segno della loro devozione essi donarono una Pala d’altare raffigurante Santa Maria Maddalena collocata sul primo altare a sinistra. Nel 1828, a seguito della perdita del titolo parrocchiale, la chiesa perse progressivamente la sua importanza e cadde nel degrado fino ad un completo restauro effettuato tra il 1997 e il 2004.
La creazione della Basilica Vaticana mutò radicalmente la natura stessa del territorio circostante: gli itinerari e la cartografia medievale ci descrivono qui la nascita di un borgo, dotato di ospedale e locanda che diventò una tappa obbligata per i pellegrini che avevano percorso la via Francigena diretti a San Pietro, i quali, lasciata la Cassia e presa la via Trionfale scendevano da Monte Mario. Si sarebbero fermati per un’ultima sosta a borgo San Lazzaro per poi seguire la via Trionfale verso la porta Angelica e arrivare quindi alla Basilica Vaticana.
La chiesa presenta la tipica forma a doppio spiovente e vi si accede da un portale architravato sovrastato da due monofore, da un oculo e da un campanile a vela. Sopra il portale lo stemma del capitolo di San Pietro e a destra e la doppia croce del Santo Spirito.
L’interno è a tre navate con sei colonne di spoglio per parte sormontate da sottili capitelli a stampella; la copertura è a capriate a vista e termina con tre absidi rettangolari di diverse dimensioni. Il settecentesco altare maggiore è sovrastato da un Cristo crocifisso. Le cappelle absidali hanno le volte e le pareti decorate da stucchi settecenteschi e sono dedicate a San Lazzaro e a San Biagio, santo medico. A sinistra dell’ingresso la cappella ospitante la Pala dedicata alla Maddalena nel 1528.
fonte
Monte Mario – rivista mensile diffusa a Roma nella zona nord-occidentale – www.montemario.org