Costituisce la mostra terminale dell’acquedotto Paolo che l’imperatore Traiano fece costruire nel 109 d.C..
E’ ornata da sei colonne ioniche, quattro di granito rosso (provenienti dalla facciata dell’antica basilica di S.Pietro) e due laterali di granito grigio, le quali sostengono l’architrave che contiene l’iscrizione indicanti la data del restauro con cui assunse l’aspetto attuale e che fu effettuato sotto il papato di Paolo V Borghese:
ANNO DOMINI MDCXII PONTIFICATUS SUI SEPTIMO
ossia “Nell’anno del Signore 1612 durante il suo settimo Pontificato“.
Sopra l’architrave un’ampia lastra marmorea, incorniciata ed incisa con magnifici caratteri, si legge:
PAULUS QUINTUS PONTIFEX MAXIMUS / AQUAM IN AGRO BRACCIANENSIS / SALUBERRIMIS E FONTIBUS COLLECTAM / VETERIBUS AQUAE ALSIETINAE DUCTIBUS RESTITUTIS / NOVISQUE ADDITIS / XXXV AB MILLIARIO DUXIT
ossia: “Restaurate le vecchie condotte dell’acqua di Alsio (località Palo sull’Aurelia) ed aggiunte delle nuove dalla XXXV pietra miliare, Paolo V Pontefice Maximo portò l’acqua raccolta nella campagna delle assai salubri fonti di Bracciano“.
La fontana, in origine, non aveva il vascone attuale ma cinque piccole vasche con altrettante bocche d’acqua e non aveva la piazza antistante che oggi consente di ammirarla in tutta la sua grandezza. Si trovava sull’orlo del colle che in quel punto era tagliato a picco e l’acqua scendeva giù come fosse una cascata.